IL LANCIA SEMI

NATURA & TECNOLOGIA, RIVISTA DELLA NATURA, N. 6/2010 Dicembre/Gennaio

Le armi ad aria compressa fecero la prima timida apparizione attorno all’inizio del 1600 ma a quanto si dice i primi esemplari non erano molto efficienti. Così, bisognò aspettare il secolo successivo per poter vedere armi più efficienti grazie ad una sopra avvenuta meccanica più evoluta e precisa.
E’ con lo “Sćiòpo a vento” di Bartolomeo Gilardoni  (o Girandoni 1729–1799), orologiaio di Cortina d’Ampezzo, che si ha la prima arma ad aria compressa in dotazione ad un esercito. Quello austriaco per l’appunto, che nel 1799, la adottò per primo, per  due reparti speciali utilizzati  nei tre anni successivi contro i temuti turchi .
Tale schioppo era dotato di un serbatoio di metallo carico  di aria compressa portata a 200 atmosfere montato nel calcio, ed era in grado di sparare 20 proiettili di seguito prima di dover essere caricato di nuovo.
Sino ad oggi, il sistema  di fondo non è cambiato di molto: l’espansione di un gas all’interno di in una canna imprime una accelerazione ad un proiettile che gli fa seguire una traiettoria data dalla  inclinazione della canna stessa .

Ora spostiamo il nostro sguardo dalla storia, alle zone  assolate e sabbiose del bacino mediterraneo, lì troviamo una curiosa cucurbitacea, che durante la sua evoluzione, centinaia di migliaia di anni prima ilnostro Bartolomeo Gilardoni, ha saputo sviluppare un sistema  simile per  conquistare i terreni sabbiosi di questa area.
Il suo nome botanico è tutto un programma: Ecballium Elaterium, (L.) Richard , al greco “έκτο”= al di fuori, e “βάλλω”= lanciare.
Difatti quando il frutto e maturo la pianta spara i semi con un meccanismi simile alla carabina ad aria compressa.
Vediamo come.
All’interno nel suo pericarpo carnoso lungo 3-4 cm, Il Cocomero Asininio  (questo è il suo nome volgare)  racchiude un piccolo segreto tecnologico.
Il frutto è ricoperto da uno speciale tessuto multistrato elastico, molto resistente, e capace di trattenere la forte pressione esercitata dall’acqua, pompata per osmosi cellulare  nel suo interno.
con la maturazione, essa aumenta da 8 a ben 13,816926 atmosfere ! (Una bottiglia di spumante  “Champagnotta” è in grado di resistere solo  fino 10 atmosfere..) .

e la cosa incredibile è che i tessuti di trattenimento riescono a sopportare tale pressione restando elastici, mantenendo in equilibrio il sistema fino alla maturazione.
A quel punto, la pressione interna  raggiunge il limite, ma a cedere non è l’intera struttura (esplodendo come una granata) ma solo tessuti con una minore resistenza appositamente frapposti tra il frutto ed ilpicciolo.
In questo modo, spinti dal liquido retrostante,  compresso dai tessuti,i semi vengono “lanciati al di fuori” del pericarpo in una eccellente traiettoria  balistica.
Con un angolo ottimale del frutti di 40-60 gradi rispetto alla direttiva del gambo, essi possono oltrepassare facilmente la ragguardevole distanza di 10 m.
L’aspetto affascinante è che l’energia non è data dall’acqua, che allo stato liquido è incomprimibile, bensì dai tessuti del pericarpo in grado di rimanere tesi ed elastici al tempo stesso sotto una pressione così elevata,  comportandosi da veri e propri accumulatori di energia cinetica
Questo il cocomero asinino lo sa, ed aspetta sornione di vedere quando e come l’uomo riuscirà ad eguagliare il suo piccolo primato tecnologico.

Emanuele Ricci