VICTORIA DOCET
NATURA E DESIGN, LA RIVISTA DELLA NATURA N.4/2010
Secondo gli storici di architettura, l’edificio moderna nasce nel 1853 quando a Londra viene inaugurato il famoso Cristal Palace costruito per ospitare la 1° esposizione universale voluta personalmente dal principe Alberto di Sassonia.
In questa enorme ed avveniristica serra, grazie al rapporto esasperato tra ferro e vetro la struttura dell’ edificio diventa per la prima volta nella storia dell’architettura, elemento espressivo capace rimettere in gioco gli elementi della costruzione.
Artefice di questa opera rivoluzionaria è Joseph Paxton un giardiniere (in seguito nominato Baronetto) che al servizio del duca di Devonshire nel 1832 progetta una grande serra in grado di accogliere la Victoria Amazzonica una ninfea gigante con foglie di 3m di diametro e gambi che raggiungono i 7-8 m. di lunghezza , allora, appena importata in Europa dal sud America.
L’incontro tra Paxton e la ninfea è fatale, la osserva ,la studia, cerca di carpire il segreto della robusta struttura fogliare sulla quali fa salire addirittura la figlia Annie.
In sostanza scopre che il peso viene ripartito su tutta la superficie attraverso una rete di costolature radiali incrociate e sottostanti alla foglia che confluiscono, verso il punto di attacco del gambo .
l’organizzazione di queste centine incrociate, fini ed elastiche ai bordi , spesse e robuste al centro ,permisero di sorreggere le 300 libbre del peso di Annie .
Dopo venti anni di sperimentazione, pano realizza una serra di dimensioni mai viste, 84’000 m² di superficie vetrata (!) interamente smontabile e realizzata con pezzi di normale produzione: Il Crystal Palace, vero gioiello della tecnica , che purtroppo non è riuscito a giungere ai giorni nostri. Fu distrutto da un incendio il 30 novembre del 1936, dopo un trasloco (nel 1899) e 83 anni di onorato servizio.
L’edificio non fu in grado di germogliare di nuovo ma ci rimane fervido il sir Joseph Paxton-pensiero : le piante vanno considerate tra i migliori modelli di ingegneria.
Emanuele Ricci